La Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (2009/147/CE) rappresentano i pilastri della politica comunitaria per la conservazione della natura. La Direttiva Habitat è stata recepita dall’Italia tramite il Regolamento D.P.R. n.357 dell’8/09/1997 e successive modificazioni e integrazioni. In base a tale Regolamento le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano devono adottare misure idonee a garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario (elencati negli Allegati I, II, IV, V della Direttiva) e il Ministero della Transizione Ecologica (ex Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) ogni sei anni ha l’obbligo di redigere e trasmettere alla Commissione Europea un Rapporto nazionale a partire dai risultati del monitoraggio, con informazioni sulle misure di conservazione e sullo stato di conservazione di habitat e specie.
L’attuazione della Direttiva richiede quindi la realizzazione di attività di monitoraggio e reporting per l’intero territorio nazionale, sia all’interno che all’esterno dei siti della rete Natura 2000, per verificare la sufficienza della rete nella conservazione di specie e habitat e l’efficacia dell’applicazione delle misure di gestione e conservazione.
Dall’entrata in vigore della Direttiva nell’ambito del reporting ex art. 17 gli Stati membri hanno prodotto quattro Rapporti Nazionali, di cui gli ultimi tre comprensivi di valutazioni dello stato di conservazione di specie e habitat per il periodo di riferimento (2° Report: 2001-2006; 3° Report: 2007-2012; 4° Report: 2013-2018). Sulla base dei Rapporti nazionali la Commissione Europea e l’Agenzia Europea per l’Ambiente producono i National Summary, le dashboard, le valutazioni a scala biogeografica e la sintesi dei risultati a livello europeo, pubblicata ogni sei anni nel Report State of Nature in the EU
Gli Attori coinvolti nelle attività di monitoraggio e reporting in Italia sono il Ministero della Transizione Ecologica, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano e l’ISPRA che, dal 2011, coordina le attività per la realizzazione dei Rapporti Nazionali ex Art. 17 e fornisce Linee guida e strumenti tecnico-scientifici per la realizzazione dei monitoraggi. Per conseguire tali finalità l’ISPRA si avvale della collaborazione delle principali Società Scientifiche nazionali, quali: la Società Botanica Italiana, l’Unione Zoologica Italiana, la Societas Herpetologica Italica, la Società Gestione Ricerca Ambientale Ittica Acque, l’Associazione Teriologica Italiana