La Direttiva Habitat richiede la realizzazione di attività di monitoraggio sull’intero territorio nazionale e le Regioni e Province Autonome sono gli enti responsabili, ma per rispondere adeguatamente alle richieste della Commissione Europea sono necessari programmi di monitoraggio coordinati a livello nazionale e biogeografico e di lungo periodo.
Per questo nel 2015, su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ISPRA ha avviato un progetto nazionale sul monitoraggio ai sensi della Direttiva. Grazie alla collaborazione con le principali Società scientifiche nazionali sono stati prodotti i Manuali ISPRA per il Monitoraggio delle specie animali, vegetali e degli habitat di interesse comunitario (scaricabili nella sezione download). I manuali forniscono gli strumenti metodologici utili per assicurare una standardizzazione dei metodi di raccolta dati da parte dei soggetti incaricati e contengono una SCHEDA DI MONITORAGGIO per ciascuna specie e habitat . Le schede riportano le metodologie specie-specifiche e habitat-specifiche da applicare nei monitoraggi, al fine di ottimizzare le attività a livello nazionale e migliorare la coerenza dei dati raccolti sul campo con quanto richiesto dal sistema di reporting.
In seguito, nel periodo 2020-2021, ISPRA ha coordinato la predisposizione di un Piano Nazionale di Monitoraggio (PNM) ai sensi della Direttiva Habitat in collaborazione con MASE, Enti Regionali, Società Scientifiche e Università, tra cui l'Alma Mater Studiorum di Bologna per lo sviluppo dell’indagine campionaria (responsabile scientifico Prof. Alessandro Chiarucci, coordinamento Dott. Marco Cervellini). Il PNM nasce con lo scopo di supportare le Regioni e le Province Autonome nell’organizzazione e nella conduzione dei monitoraggi nei loro territori, ottimizzare lo sforzo di campionamento e promuovere l’efficienza dell’aggregazione dei dati a scala biogeografica nazionale.
La proposta di PNM è stata presentata al MASE e alle Regioni e Province Autonome, successivamente discussa e integrata, ma non è stata adottata formalmente come approccio coordinato a livello nazionale.
I documenti di Piano possono però essere considerati un riferimento tecnico per gli enti locali che decidano di utilizzarli per la definizione dei propri piani regionali, come fatto da alcune Regioni.
Il Piano comprende tutte le specie e gli habitat terrestri e delle acque interne di Direttiva presenti in Italia ed è organizzato in 5 parti:
Specie e habitat sono stati suddivisi in gruppi per essere associati alle diverse tipologie di indagine individuate (indagine campionaria su base probabilistica e indagine preferenziale, suddivisa in censimento totale e censimento in stazioni rappresentative). Nell’ambito delle indagini preferenziali il PNM prevede un’attività integrativa che costituisce una componente autonoma, che può essere organizzata per rispondere a specifiche esigenze (es. monitoraggi regionali) o accogliere tutti i dati opportunistici che vengono raccolti su basi diverse (es. segnalazioni di specie e habitat). Per le specie animali e vegetali sono state prodotte anche SCHEDE DI CAMPIONAMENTO che contengono una sintesi delle informazioni essenziali da utilizzare congiuntamente a quelle riportate nei Manuali ISPRA di Monitoraggio